Diamo i numeri; dati su Covid e tecnologia.

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Con l’arrivo del Covid e il conseguente lockdown il nostro rapporto con la tecnologia è cambiato radicalmente. Vediamo come con alcuni di dati.

Se qualcuno mi avesse detto all’inizio del 2020 che avrei passato un intero anno accademico a seguire le lezioni da un computer a casa mia avrei sicuramente pensato che era assolutamente impossibile. 

In realtà non solo è successo, ma mi accingo a iniziare perfino un terzo semestre da remoto in DAD (didattica a distanza) senza sapere, ma sperando fortemente, di poter tornare in aula almeno una volta prima di settembre 2021.

La velocissima diffusione del Covid, che inizialmente ha portato la Cina a mettere in quarantena milioni di persone, non ha tardato a costringere anche noi a dover rimanere rinchiusi a casa per quasi due mesi.

Tra la DAD e il WFHwork from home- abbiamo dovuto riadattare le nostre quotidianità in pochi metri quadri in modi mai successi fino ad ora.

Nonostante tutti gli infiniti disagi portati da questa situazione però, ci sono stati anche dei lati positivi. Siamo stati costretti a terminare da un giorno all’altro processi altrimenti lentissimi di digitalizzazione e avanzamento della tecnologia in qualsiasi campo. Processi che altrimenti avrebbero richiesto anni per arrivare ai livelli cui ci ha costretto il Covid. Innanzitutto siamo passati dall’avere il 15% dei lavoratori che operava da remoto del 2019 al 77% del 2020. Sebbene questa situazione sia stata causata dalla necessità, moltissime aziende hanno già annunciato che continueranno a mantenere parte del personale in smart working.

Vista la situazione, l’assistenza sanitaria da smartphone ha visto un’impennata nell’utilizzo senza precedenti. Le applicazioni che permettono di prenotare visite, controllare gli esiti degli esami o richiedere prescrizioni hanno avuto un boom. Assieme a loro anche l’utilizzo di braccialetti elettronici spesso collegate alle app stesse. Solo nell’ultimo anno la percentuale di 65-75enni che fanno uso di questa tecnologia è cresciuto del 14%, superando la media europea. Il 42% degli italiani peraltro ritiene che diventerà sempre più popolare usare queste nuove tecnologie, e che si andranno potenziando.

Stando a casa tutto il giorno poi, siamo diventati praticamente dipendenti dalla tecnologia. Dal lavoro e dalla scuola allo svago e allo sport, tutto è passato per smartphone, tablet o pc.

Abbiamo iniziato a pagare tutto via internet, il che ha generato un aumento dei volumi delle transazioni del 7% nel solo periodo di lockdown. Il pagamento di tasse e bollette per vie telematiche è cresciuto fino al 55% secondo il Trend Radar di samsung. Il 40% degli intervistati invece, ha usato o iniziato ad usare tecnologie di smart home di cui prima non conosceva l’esistenza.

Avendo molto tempo a disposizione ne abbiamo speso fino al 76% in più di prima sugli smartphone e il 57% in più su siti di streaming. È anche per questo che Netflix ha registrato 15.8 milioni di nuovi iscritti, contro i 7.2 inizialmente previsti per il primo trimestre del 2020. L’analisi digital di Hootsuite inoltre riporta che ci siamo anche informati di più. Ad aprile abbiamo seguito le notizie il 35% in più rispetto al mese prima.

Ci siamo poi tenuti in contatto, sia per lavoro che con i nostri amici e la nostra famiglia. Infatti da Zoom e Teams è stato registrato un aumento dell’utilizzo del 9348% rispetto alla media del quarto trimestre del 2019, come riportato da uno studio di Ericsson.

Una ricerca condotta da illimitybank invece, ha sottolineato come circa il 20% dei suoi utenti ha iniziato a seguire corsi online durante il lockdown. Quasi la stessa percentuale inoltre ha iniziato ad usare internet per fare esercizio fisico.

Per quanto riguarda gli acquisti online invece, il 20% degli intervistati da Deloitte per il Digital Consumer trends afferma che ha iniziato a fare la spesa anche per gli alimentari sul web. Il 40% invece ha aumentato il numero di acquisti sulla rete dall’inizio della pandemia, e che probabilmente manterrà questa abitudine anche finita l’emergenza.

Data la situazione non ancora precaria non si riesce a capire con chiarezza se manterremo tutte queste nuovi abitudini o meno. Di sicuro però si tornerà difficilmente alle stesse condizioni che abbiamo lasciato a febbraio 2020.

Ericcson. (2020). Gli italiani e la tecnologia durante l’emergenza sanitaria.

Deloitte. (2020) Digital Consumer Trends 2020.

R. Menichini. (2020). Coronavirus, boom di smartphone e social. E Twitter offre i suoi dati alla ricerca. La Repubblica

E.M. (2020). COVID-19 Digital Trends Market Report. Wib

Laureata in ingegneria elettronica, decide di lasciare i circuiti per la comunicazione. Nonostante il cambio di rotta, nella vita di Giulia rimangono costanti le passeggiate non più brevi di 10 km, la montagna crescente di libri sul comodino e le birrette la sera. Grande appassionata di città caotiche, sogna comunque vacanze nei luoghi più sperduti della terra, 365 giorni l'anno. Crede nella scienza, nella terra rotonda e nei vaccini (soprattutto quelli per il Covid).